Scuola dell’Infanzia “Via d’Artegna” – Il pignarul –
7 gennaio 2019: ricomincia la scuola!
Che bello ritornare a vedere i nostri amici, quanto ci sono mancati! E anche le nostre maestre, e le collaboratrici.. e il cuoco!
Come sempre in Via d’Artegna non ci si annoia mai e anche oggi a scuola ci aspettava una sorpresa: un PIGNARUL molto, molto speciale !
Ci siamo riuniti TUTTI, rossi, gialli e blu, nella nostra palestra e abbiamo fatto un bellissimo girotondo attorno al “fuoco”, per scoprire da che parte tira il vento e per ascoltare cosa racconta il vecchio saggio a proposito di questa tradizione:
- COS’E’ IL PIGNARÛL?
E’ un grande fuoco.
Il pignarûl si chiama così perché ha la forma di una pigna.
Il significato di questa tradizione è, certamente, propiziatorio:
dando fuoco alle cose vecchie e alla vecchia vegetazione
si chiede che la primavera possa ritornare
portando sole e abbondanza.
- COME SI FA?
Il pignarûl si prepara
Piantando un palo centralmente,
attorno si ammucchiano i resti delle coltivazioni dell’anno passato e,
inoltre, tutta la gente del paese porta qualche cosa da bruciare.
- PIGNARÛL E PREVISIONI…
Bisogna guardare lo “svolgersi” del fuoco,
la sua forza e la direzione presa dal fumo…
“Se il fumo va dalla parte ove sorge il sole, prendi il sacco e va al mercato,
se il fumo va dalla parte ove tramonta il sole,
prendi il sacco e vai per il mondo
- I NOMI IN FRIULI
Quello di Tarcento, con il nome di “Pignarûl”,
è il fuoco propiziatorio più conosciuto.
Non ovunque i fuochi del giorno dell’Epifania si chiamano con lo stesso nome;
per esempio nel “basso” Friuli si possono chiamare Cabossa o Fugarela.
E ancora il fuoco prende nomi diversi da luogo a luogo:
Foghere, Fogoron, Fogaròn, Foghera, Fugarizze,
Panevin, Baraca, Casera, Medili, Mieli, Boreòn, Sèimo.
Una volta acceso il fuoco,
intorno si canta e si balla…
noi abbiamo imparato questa filastrocca:
Pane e vino
frumentino
la polenta nel tegame
il tegame è sfondato
la polenta a buon mercato